domenica 2 marzo 2008

Ode al visitatore n. 9126


Forse non tutti sanno che (e perché mai dovrebbero saperlo e fregarsene qualcosa?) ma io non sono proprio un ipertecnologo.
Nel senso che su internet/blog ci bazzico ma mica ne capisco tanto (sia sempre resa lode a Patt!).
Come molti blogghisti ho aggiunto da tempo al blog un contatore e ogni tanto ci vado a sbirciare perché ho scoperto di essere vicino alle 10.000 visite (almeno 5.000 sono mie) e, al traguardo, vorrei festeggiare con Ciccina (lei non sa che 5.000 sono mie) consumando qualche caloria in più del dovuto (della serie: ogni scusa è buona).
L’altro giorno bazzicavo nel contatore e ho scoperto una utility (detto bene, no?) definita “visit detail”. Ma guarda un po’! mi sono detto. Andiamo a sbirciare!?.
Fruga e fruga ho imparato a riconoscere i miei accessi, a vedere i vostri domini e mi chiedevo, tra me e me, ma chissenefrega se uno sta su telecom oppure su tiscali?
Quando ad un tratto….
Mi appare questo!


C’è un signore , o una signora, di Ariccia (Lazio, Lat/Long : 41.7167, 12.6667) che mi è venuto a trovare il 21 febbraio u.s. (ultimo scorso)! E fin qui niente di strano, direte voi?

E no!
Guardate meglio:


questo gentile Signore, o cortese Signora, il 21 febbraio u.s. (sempre ultimo scorso), per la precisione di giovedì, entra alle 10:24:53 am ed esce 11:53:33 sempre am!
Sì! Avete capito bene: una “Visit Length (di) 1 hour 28 minutes 40 seconds”!!!!!!!!!!!!!!!!
Beh, direte voi maligni, in ufficio non c’aveva un c…. da fa?!
Possibile ma non provato.
Poteva essere malato, forse influenza? In fondo è ancora periodo.
Ma non è questo il problema, cribbio (come ancora dice qualcuno)!
Forse non avete capito ma questo notevole Signore, o bellissima Signora, si è fermato nel mio blog per più di un ora!!!
Beh, direte voi ancora più maligni, l’hanno chiamato al telefono e s’è scordato che stava in internet, a volte capita?!
E no! Cribbio (ancora? Ma è un vizio?)! ma questo incredibile SIGNORE, o scultorea SIGNORA, ha visitato 17 PAGINE!!!
Ma quante pagine ha il mio blog? Boh!?
Comunque fatto sta che il visitatore n. 9126 è stato nel mio blog per la bellezza di 88 minuti (per l’esattezza 5320 secondi) ed ha letto le mie 17 (diciassette) pagine alla media di 5 minuti e 30 secondi l’una!
Perché, si sa, le mie paginette sono un po’ lunghe, ammetto.
Insomma ha letto con attenzione, con gusto (desumo, altrimenti scappava), ha sorriso e forse riso con me (di me?) oppure ha copiato le ricettine (bravo, fai bene, copia pure, sono collaudate) ripromettendosi di farle presto (lo faccio anch’io) e poi (dopo 88 minuti) è andato a trovare le mie amichette d’oltremare.
Bravo/a, hai fatto bene, il loro blog è splendido. Anche io ci vado sempre.
Di lui/lei so tante cose.
So che è di Ariccia (18.000 abitanti).


So che ogni tanto ha tempo libero o lavora di pomeriggio (forse era malato!).
So che il suo Operating System è Microsoft WinNT , il suo Browser è Internet Explorer 7.0 oppure Mozilla/4.0, ha un Javascript version 1.3 ed un Monitor Resolution 1280 x 800 con una Color Depth: 32 bits ma NON SO CHI E’!

AMICA/AMICO già sento di volerti bene ma dimmi chi sei?

Non mi/ci lasciare al buio!



Oh, Visitatore/trice n. 9126 forse vuoi cenare da me?
Fare un giro con la moto di Ciccina?
Glielo chiedo subito ma dimmi chi sei!
Vuoi carezzare Ciccillo (provaci ma non garantisco), ti piace Pollo? Te lo regalo!
Incontriamoci a metà strada (il Mottagrill di Teano va bene? Preferisci Pavesi? Hanno Ciaopizza è buona!).
Potrei venire su ad Ariccia, IO AMO LA PORCHETTA!
O magari mangiare in una fraschetta che conosci tu. Pago io, of course.

SE HAI UN BLOG, GIURO CHE LO VISITERO’ OGNI GIORNO MA DIMMI CHI SEI, IL TUO NICKNAME, TI PREGO!
TI LINKO, TI BLOGROLLO, TI FAVORITE ON TECHNOCRATI.COM COME E QUANDO VUOI!!!!
Cattivo/a, crudele/e, nemmeno un “comment” mi hai lasciato!
: - [[

Ma io sono buono e ti dedico quale premio fedeltà le turzelle.



Cosa sono le turzelle?
Ecco cosa dicono di loro: “«Turzelle», una varietà di cavolo a foglie ricce che si raccoglie in estate. Questa varietà di cavolo, in passato assai comune sulle bancarelle dei mercati della Campania, oggi è prevalentemente coltivata negli orti familiari per autoconsumo. Presenta foglie ricce assai attraenti e, al contrario della maggior parte degli altri cavoli, si raccoglie in estate; Vita in Campagna num. 03, pag. 27 del 01/03/2007”.
Io, invece e grazie al mio verdummaro Tonino (caro come un gioielliere), le ho trovate ora e te le dedico, splendide, carnose, dolci amare (volendole definire: una specie di broccolo/rapa nero e carnoso, consistente).
Andrebbero mangiate nella mitica “minestra maritata” ma le ho fatte lessate e condite con poco aglio e limone, non c’era bisogno nemmeno dell’olio!

Turzelle per madame/mister X

PS: passa a ritirare quando vuoi (dopo aver lasciato un commento).
ariPS: forza Napoli.

martedì 19 febbraio 2008

Real time (solo per i suoi occhi)!

Bene! Oggi è il compleanno di Ciccina! Compie 36 (dicansi trentasei) inverni (alcuni piacevoli, altri no. come tutti).

Questo è cominciato freddino ma vediamo di riscaldarlo un pò!

E ho giurato (a me stesso perchè a lei non è che tanto gliene frega...) di fare un post "very real time". Insomma come fate voi, no?
Innanzitutto cominciamo a prenderci un giorno di ferie (per essere pignoli: due, uno lei e uno io [par condicio]).
Sinceramente non credo che per questo lo stato della Campania peggiorerà di molto (ma non si sa mai. Fatemi sapere).
Bene, com'è come non è, carichiamo il Pollo e partiamo verso mete e gite agognate da tempo.
Più o meno da quando a Natale le ho regalato la carta dei sentieri dei monti Lattari (leggi: penisola sorrentina- amalfitana).
Direzione Nerano in penisola sorrentina.
Il pensiero che oggi amici e nemici siano al lavoro ci conforta durante il viaggio.
E infine giungiamo.
Come potete ammirare lo spettacolo è splendido!

Niente munnezza (in tutti i sensi e le accezioni).
Siamo soli sulla spiaggia.
Da qualche parte un martello batte lontano e un pescatore pitta la sua barca.
E noi.
Quanto basta.

Ciccina dispiega la mappa e ci avviamo felici ... incontro all'avventura!
Il tempo è splendido e l'aria mite, sembra primavera!
(io per precauzione prenoto due posti al Ristorante Mariagrazia perchè non si sa mai, dovesse arrivare un pulman di giapponesi?).
Il sentiero è splendido, facile in lieve salita all'inizio e poi in discesa!
Incontriamo una torre saracena diroccata e subito dopo il panorama si apre sulle isolette dei Galli, una meraviglia!
Ed ecco la meta: la baia di Recommone!
Nessuno, solo un contadino solitario che cura l'orto.
Ci saluta scontroso (ma non so dargli torto).
Facciamo le solite cazzate sulla spiaggia, tipo: tirate legnetti al Pollo che si guarda bene dal riprenderli, toccare l'acqua e dire che è fredda ma non è gelida, fumare una sigaretta, guardare la petroliera che passa, l'acqua trasparente...
Provo anche a tirare la pietra piatta che saltella tre volte, Ciccina non mi ha visto.
Desisto con una certa dignità.
Passata la mezz'ora si riprende il sentiero per tornare a Marina del Cantone (leggi: Nerano), dovessero mai arrivare veramente i giap?
Per una stupida e misteriosa legge del "contrappasso" (vedi Murphy) ciò che prima era in discesa diviene salita. Ma ce la facciamo.
Siamo con solo 20' minuti di anticipo (perfetto).

Ci sediamo felici e ordiniamo anche se in realtà da Mariagrazia c'è poco da ordinare:
antipasto e spaghetti alla Nerano (con le zucchine).
Punto.
Se volete il pesce c'è ma ci sono anche altri ristoranti (tra i migliori della penisola sorrentina tipo Taverna del Capitano e Quattro passi).
Ciccina voleva mangiare gli spaghetti alla Nerano e allora punto.

Nell'attesa Ciccina mi spiega come si arrotolano i tovaglioli per la ns. futura trattoria.
Ma per fortuna arriva l'antipasto.
Che dire... guardate e giudicate da soli.
Lo spazzoliamo via con allegria ciarlando del più e del meno (e anche sparlando un pò di chi sta lavorando [chiedo scusa, ora sono pentito]).
E poi, meraviglia delle meraviglie, arriva il piatto forte:

gli spaghetti alla Nerano!!!!!!

Per la contentezza parliamo a bocca piena (non si fa) e le racconto come ho imparato a farli mentre lei mi chiede come si fanno!
Le ripeto come ho imparato a farli mentre lei, felice, con uno spaghetto che sporge dal dolce labbro, mi chiede se ci mettono l'uovo.
Le racconto la ricetta e lei, contenta, chiede (ancora) al signore che ci serve se c'è l'uovo.
(E NO, CHE NON C' E' L'UOVO E CHE C....)
No signora- fa lui compito - non c'è uovo né panna.
Allora le svelo il segreto della cremina ma continua a guardarmi dubbiosa.
Ma passa un gabbiano, un battito d'ali e chiediamo il dolce saltando il secondo.
La delizia al limone è deliziosa (eh, eh, eh) e paghiamo contenti della giornata un prezzo non da trattoria ma tant'è (70 euri).
Ci guardiamo felici.

Lei fa: "Andiamo?"
Le rispondo ammiccante: "Dove vuoi tu, amore."

Fine della prima puntata.

domenica 17 febbraio 2008

Piatti, non parole!!!


La vita dei supereroi è molto impegnata, a volte intricata (?).
Voi immaginate che ogni tanto una domenica scorra tranquilla, quasi inerte… e, mentre state aspettando gli amici che vogliono festeggiare con voi la nuova auto (per la cronaca una Peugeot 306 o 308, boh?) e portarvi a mangiare nel sicuro porto di Pozzuoli, ecco che giunge la chiamata!
“Ciccina?” urla una sconosciuta.
“Ehh?” fa la bella inopportunamente in vivavoce.
“Oh, Ciccina ho rotto un piatto!”
E chi se ne frega mormoro io, la prossima volta stai più attenta. Giusto?
“Oh, Ciccina, mi devi aiutare!” pretende l’interlocutrice misteriosa “del servizio buono di mammà, quello del MATRIMONIO!!!!” continua la dessa.
“Mein Gott!!” esclama la bella poliglotta mentre io comincio a strabuzzare e lei a partecipare al dramma.
Eccola lì la vita.
Basta una parolina e le cose cambiano.
Almeno per le donne (non sposate).
La guardo (Ciccina) e la vedo con gli occhi sbarrati, il labbro imperlato di sudore, i capelli frementi, partecipe e addirittura compartecipe al dramma (matrimoniale).
Solo per una schifosa parolina.
Uno si immaginava di andare a Pozzuoli, una domenica serena, magari una frittura di pesce (perché a mare non c’è ancora tanta munnezza) e invece ìncipe il dramma su di noi, così, come se niente fosse.
Insomma, chiuppiti cchià (che a Napoli significa: per non portarvela a lungo), i genitori della sua amica emigrata salgono ospiti tra qualche giorno e vorranno mangiare nel servizio buono e lei (proprio ieri) ha rotto il piatto tondo di portata.
E chi se ne frega!, bofonchio io uomo vile e già arreso al destino.
“Flat?”
“Eccomi”
“Dobbiamo andare a comprare un piatto”
(eccola)
“Ma è domenica!!!!” tento speranzoso.
Solimene non chiude mai.” risponde il comandante Carlas.
“Ma Totti e Titta con l’auto nuova?”
“Verranno con noi”.
“Ma dove?” (mo mi incazzo, eh?).
“A Vietri, sul mare.”
A beh, poteva andare peggio.
A volte mi faccio schifo da solo per quanto capitolo presto.

Trenta minuti, baci e abbracci, oh, ma che bella questa auto nuova nuova?! e siamo sull’autostrada per Salerno (A3 per i cultori) diretti a Vietri sul mare (da non credere, no?).

Ed ecco Solimene che ci attende.
La fabbrica è notevole, un palazzo degli anni ’60 (credo) ricoperto di fondi di vaso, originale e bello.
Certo stona un po’ con l’ambiente della costiera amalfitana ma (come si dice?) chi non risica…
Nella fabbrica stanno girando un episodio di una serie tv “Capri” che non mi dice niente ma c’è tanta gente eccitata (tra il pubblico).
Passiamo indenni ed entriamo.



Il negozio più disordinato che abbia mai visto!
A destra un bancone e da tutte le parti piatti e stoviglie a mucchi e pile, vale il viaggio!
Teste di cavallo, statuine, vasi, insomma l’incredibile in ceramica!
Ciccina viene indirizzata nella difficile ricerca e arruola Totti&Titta.
Ho detto difficile? Impossibile! Perché non c’è ordine nelle serie!
Da non credere.
Mi defilo e faccio un po’ il cascamorto con la bella banconista.
“Fate piatti anche per ristoranti?”
“Certo!” fa la bella e mi porta (per mano) in una sala da sballo dove custodiscono (e vendono a pochi soldi) gli avanzi (esuberi, errori, cambi di marchi…).



Le lascio la mano allibito e lì mi perdo.
L’ebbrezza di Noè (carinissima vineria di Napoli, ciao Luca!), Valeggio sul Mincio, Cosenza, ristoranti di tutta Italia anzi di tutto il mondo (francesi, americani, cinesi di Hong Kong)!
Insomma, uno sballo!
Comincio a sognare un nuovo servizio di piatti (senza matrimonio) con ogni piatto diverso!!!!
Oppure, ancora meglio, la mitica trattoria di Flat con il proprio marchio!!!!
Penso al colore del fondo, al bordo, al logo.
Le variazioni di colore mi prendono in un vortice, fondi chiari per capire cosa mangi, bordi scuri ed eleganti, loghi piccoli ma incisivi…

Come fu, come non fu… mi vengono a ripescare alle 13, sconfitti, per andare a mangiare.
Bel problema questo.
Usciamo a mani vuote perché del piatto con le foglie marroni e verdi dell’emigrata non vi è traccia.
Per fortuna i buoni Totti&Titta ricordano una trattoria segnalata da amici a Pogerola.
E già! Perché, lo so che non ci crederete, ma la costiera amalfitana non è solo Positano, Amalfi, Ravello e via dicendo ma esistono tanti paesini in alto sulle montagne a picco sul mare che valgono la pena di essere visti e … degustati.



Al fin si giunse…

Piccola piazza, facile parcheggio, bel panorama e viuzze candide (senza munnezza tanto per capirci).
Ci sediamo nella veranda della Trattoria delle sorelle Rispoli e guardiamo incantati il panorama di fronte.
La frazione di Scala (e le sue scale…) e Ravello e il suo costone a picco, mai visto prima!


Una delle sorelle ci porta il menu





Ci concentriamo sui primi (siciliana al forno e tagliatelle calamari e vongole).



Che non corrispondono al menu ma chi se ne frega perché sono molto appetibili anche se poco fotografabili.
E chiudiamo satolli sui dolci (delizie al limone e torta ricotta e pere).



Che invece ci sembrano poco caserecci ma con un ottimo rapporto calorie/prezzo.
Il conto è da trattoria e, in un posto così bello, sembra strano non pagare anche il panorama…
L’estetica dei piatti (e delle sorelle) lascia invece a desiderare ma che vogliamo fare?
Chi siamo noi per opporci al destino?



PS: accettano i cani.

lunedì 11 febbraio 2008

May I make your day award?


ABULICO, BUCOLICO,
AGRESTE E PEDESTRE,
RUSTICO/CAMPESTRE,

INGRATO, INGRASSATO, INFIACCHITO,
IMBOLSITO, IMBECILLE, IMPUNITO,
IMPIGRITO, IMPEGNATO,
INGRIGITO, INVECCHIATO,

PASTORALE, UMORALE, ANIMALE.

Tirato per i capelli.
Sì proprio tirato per i capelli e anche sgamato, ecco come si sentiva Flat quel maledetto giorno.
Gli amici del pub “Cuochiinerba” lo avevano richiamato al dovere lamentandosi della qualità degli hot dog(s).
Da quando aveva aperto il pub/blog come secondo lavoro, come ogni statale che si rispetti, le cose erano precipitate.
Il suo kapufficio doveva aver subodorato qualcosa, forse un aroma di bratwurst o quel piacevole sentore di senf che si ritrovava addosso al momento di coricarsi. Piuttosto che punirlo aveva scelto una strategia più efficace.



Il lavoro era almeno triplicato ed erano tutte incombenze burocratiche, rendicontazioni, note riepilogative, saldi&sconti, memo, lista acquisti, fogli di presenza vidimati, survey fiscali, giustifiche, note spese, analisi gestionali ad interim et ad nutum si non ad horas, programmi di centralizzazione dei controlli e decentramento delle responsabilità, benchmark, total quality management, project financing & finance projecting, investment tips & strategies, Ricerca&Sviluppo, arrobba accà e arrobba allà ecc. ecc.


Insomma per il lavoro investigativo (e per il resto) c’era sempre meno tempo.


Ma su tutti i problemi che Flat aveva svettava Ciccina, bella come poche, ma rabbiosa e gelosa.
Rancorosa e rincresciosa (?). Forse anche rimorsosa e rimpiantosa. Ma soprattutto rumorosa.
Sulle prime era venuta al pub, aveva letto le dediche sul librone degli ospiti, aveva sorriso e, a volte, riso insieme delle carinerie nei commenti, aveva (addirittura!) assaggiato le specialità ma poi, quando si era trovata ingrassata di 1 chilo (sì, solo di 1 chilo!) aveva cominciato a sbraitare e inveire e invettare che si mangiava troppo, che non c’era più attenzione né tempo per lei, che….
Ma che pretendeva? Il (secondo) lavoro è LAVORO!!!!
E io forse che ho tempo per me, per i miei hobbies?
Lavora, fai la spesa, cucina, fotografa, ammannisci, rigoverna (perché si è licenziata la quarta donna delle pulizie in 4-quattro mesi), è chiaro che sono stressato, no?
E i lavori sul terrazzo, e quelli in casa, e la macchina fotografica (di Ciccina) rotta, e l’hard disk evaporato con le foto di 3 anni (e pure qualche documento di lavoro ma chi se ne frega), e Poldo (new entry, cucciolo nero, mefitico e bastardo detto Pollo per il petto carenato)?



Dove le mettiamo queste cose, eh?
Mi sai dire TU (Ciccina, non voi) DOVE LE METTIAMO?
Insomma, dopo la vacanza in Abruzzo, la situazione stava precipitando. Flat si sentiva mancare il terreno sotto i piedi. C’era qualcuno o qualcosa (Ciccina) che scavava.
Si è vero, erano ingrassati ulteriormente a furia di carni rosse sapide, salumi aromatizzati, formaggi freschi e non, cioccolata deliziosa, vini brillanti (Montepulciano, of course) e un cincinino di whisky e grappine torbati ma avevano solo (e dico SOLO) una stufa a gas!!!
In Abruzzo in inverno, mi spiego?



Ormai Flat era un uomo arreso e tristo (maschile di triste?). Quando tornava a casa trovava conforto solo in un Ciccillo offeso, come lui, dalla presenza del nuovo Pollo, il quale, maldestro e pasticcione (e anche pigro e persino sciatto, piscione e chiagnazzaro [che piange sempre]) conquistava tutte le attenzioni e i bacetti e i grattini e le coccole della bella Ciccina.
Ma tant’era, bisogna farsene una croce.

La sera, dopo una giornata di duro lavoro su bollette, piani finanziari, riunione per il budget, fatture, scongiuri e scarichi (…), Flat tornava a casa pensoso …

… quando ad un tratto scopre, su internet, di aver vinto un PREMIO!
Un premio? Sì il PRIMO PREMIO (per lui)!




Addirittura!?!
Miciapallina gli assegna un premio!
La poverina, tra i dieci blog che va a vedere ogni giorno, fruga nel suo!
Poverina…
Lui così:
saltuario/incostante
anemico/alienante
logorroico/anelante
dietetico/incoerente
grasso e indisponente?

Lui (il mitico Flat) non sa che fare!
Non pubblica una ricetta da mesi, ha ripreso a postare da poco sfruttando le mail di Balena spiaggiata appropriandosene indebitamente.
Il vigliacco parassita conta anche su Guitaromane (che però è più pigro di lui e non manda nulla dalla sua nuova patria di Nizza).
Non può ricambiare perché i suoi blog preferiti sono già stati nominati tutti e non vuole avviare una reazione a … catena di S. Antonio in cui nomina e magari viene rinominato manco fosse al Grande Fratello!
Brrrrr, gli vengono i brividi solo a pensarci.
E poi dieci non gli bastano, non gli bastano proprio.
Allora pensa e ripensa, il simpatico Flat, decide di ricambiare dedicando a Miciapallina una ricetta.
La prima da 7 mesi!!!!!!!

LA FRITTATA DI MICIAPALLINA

Breve pre-istoria:
questa frittata nasce in famiglia quando Flat era piccino piccino e capitava che la sera si fosse un po’ scarsi a cibo (altri tempi e altri costumi), allora la su mama componeva piatti rimasti storici (in famiglia) tipo la finta pizza (pane secco bagnato nel latte, mozzarella avanzata e pomodori) oppure patate all’agnello “scappato” e, infine, la seguente frittata di prezzemolo con vellutata al limone detta anche alla Marinara, d’ora in poi denominata la Frittata di Miciapallina!
Ad onor del vero una frittata al prezzemolo compare anche a pagina 394 del libro Cucina leggera dell’Enciclopedia della Cucina di Repubblica-l’Espresso ma, come vedrete (se avete il libro), questa ricettina è ancora più semplice e leggera in quanto senza latte né parmigiano.

Ingredienti
per la frittata:
uova (1 a testa)
prezzemolo (tanto e fresco)
sale un pizzico
olio evo
per la vellutata al prezzemolo e limone (ripresa dallo storico Talismano della felicità, libro pieno di tesori forse troppo presto e ingiustamente archiviato dai più):
margarina 20 gr.
farina 20-30 gr.
brodo vegetale
1 limone
Sale & pepe

Preparazione:
indossate il grembiule e fate quel che vi dico (soprattutto tu Miciapallina, eh?).
Avviate il brodo vegetale (anche granulare o dado).
Sciogliete un pioccolo di margarina vegetale in un pentolino e aggiungete la farina a cucchiaiate e cominciate a rimestare (ah che bel verbo: rimestare…) con una cucchiarella di legno a fuoco bassissimo.
Appena la farina tende al giallino aggiungete un quarto di litro di brodo e una prima cucchiaiata di prezzemolo tritato.
Sempre a fuoco dolce, continuate a rimestare senza coprire e aggiungete il brodo a cucchiai quando necessario (e sì, si naviga a vista) per circa 20 minuti (senza bruciarla, eh?).
Appena addensa (Oh, miracolo!) togliete dal fuoco e aggiungete il succo filtrato di un limone e un altro cucchiaio di prezzemolo tritato, aggiustate con sale, pepe e (se piace) noce moscata.
PS: per tritare facilmente il prezzemolo dovete asciugarlo bene (ma che ve lo dico a fare?).
Il resto è ancora più semplice:
battete le uova con un pizzico di sale e tanto prezzemolo;
ungete con carta da cucina bagnata nell’olio la più grande padella antiaderente che avete (la mia è di 33 cm) e buttate un cucchiaio di uovo battuto spargendolo come fosse una crepe.
Appena comincia a solidificare aggiungete/spalmate la vellutata al centro (sempre come fosse una crepe) e arrotolate da un bordo aiutandovi con una spatolina.
Ripetete tante volte quanti sono i commensali (?).
Piccola spesa, grande figura.



Bella anche tagliata a rondelle per uno spiedino.

domenica 27 gennaio 2008

All'ombra di un ossimoro, sorseggiando un caffè

From: balenaspiaggiata@walesmail.com
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Inviato il: 21/01/2008 12:14 da Londra
to:
Cc:
Oggetto: un bel caffè.

cia Flat!
ma che bello leggersi su un blog....
Ti mando un antipastino della tua senape preferita, del resto anche l'occhio vuole la sua parte, no? [dice Flat: fatti, non parole.]
e ti aggiungo pure l'@-ricetta del caffè inglese.




Eh già, lo so che l'accoppiata caffè/inglese è un ossimoro bello e buono [dice Flat: l’ossimoro deve essere un dolcetto britannico che non conosco], ma d'altra parte qui si parla di ricette no?
[dice Flat: e si, si dovrebbe.]
Dunque. stamattina esco di casa. giornata (o meglio, fine della nottata visto che erano le 6:15 am) [dice Flat che esce alle 8,30 di casa: poareta…] uggiosa, con quella pioggia rompiscatole inglese che è più umido condensato che altro (ma che cosa bella, a Napoli si dice schizzichea, e solo questo modo di dire ti rende la pioggia quasi divertente, qui invece è pioggia e basta, per di più inglese)
salgo sulla mia bella metro, annusando il retrogusto degli odori del weekend (altro che ragù....), arrivo finalmente alla stazione, mancano 15 minuti al mio treno, come al solito, mi avvio verso la caffetteria (o meglio, chiosco dove vendono bevanda colorata e calda che per uno strano caso si chiama caffè) che produce un discreto (per la media del luogo, beninteso) "filtered coffee" all'americana.
Oibo', i traditori sono chiusi. e mo'?
venendo da una famiglia napoletana doc, dove il primo profumo in casa era quello del caffè [dice Flat: dopo quello del ragù?], mi dirigo verso un altro chioschetto.
Simpatico, fanno pure i biscotti, quelli all'americana, tondi, con le granelle di cioccolato sopra (assaggiati, sono buoni [dice Flat: confermo, proprio buoni!])



vabbe', dico, se fanno i biscotti all'americana, pure il caffè sarà all'americana....e mi avvio.
Ordino: "white coffe no sugar please" [dice Flat: miiii, che pronuncia!]
mi risponde un costaricano (allora sono professionali!?) "hot or cold milk? regular or large?"
si si proprio professionale. [chiede curioso Flat: come si riconosce un costaricano?]
"regular, cold milk, thanks" (il latte ce lo faccio mettere freddo di solito per un motivo che poi ti spiego)
"two sixty-five"
"ehhhhhhhhhhhhh?" (ma che, sto ancora dormendo? ma sicuro che ce l'ha con me? non vedo nessun altro in giro...)
"two sixty-five PLEASE" incita il bruto con fare minaccioso.
[dice Flat: ti ha fatto pagare anche quel coso li, l’ossimoro]
pago e aspetto. e guardo, come fa il mio caffè. dico: per due-sterline-e sessantacinque pence (più o meno 4 euro, mi godo lo spettacolo, sarà un caffè artistico) dimenticandomi che sono a Londra. errore!
ripenso alla mia mitica zia, che con il caffè è una maga, a come riempiva il filtro della moka con tanto amore (ci sono delle persone che mettono passione in ogni gesto. mia zia è una di quelle) [dice Flat: anche Ciccina fa un caffè che … frechete. Come dicono in Abruzzo.]....e guardo.
Il bruto si dirige verso il banchetto alla sua destra, apre uno sportello, ci mette la zampa dentro.
e ne tira fuori.... il barattolo del nescafè!

quello che ho a casa.

Gli ribadisco che ho chiesto un "filtered coffee"
[dice Flat: polemica la ragassa di prima mattina, né?]
Il bruto grugnisce.
[dice Flat: e no! Questo non si fa, cattiva educazione. O digestione?]
Si dirige verso la macchina del caffè.
Riempie il filtro della macchina da caffè con il nescafè.
Poco ci manca che piango. [pontifica Flat: piccole ferite che colpiscono il piccolo Narciso del nostro piccolo Ego.]
Riempie una specie di brocca (che poi capisco essere il mio bicchiere) con un liquido marronciognolo, fumante.
Prende un bricco con il latte, fumante anch'esso (ma io lo volevo freddo! non ho l'esofago foderato di amianto! [dice Flat: meglio! L’amianto è molto pericoloso.] ma sono troppo annichilita per protestare)
ce ne mette un pò.
copre il bicchiere brocca con un coperchietto di plastica.
avessi visto mai che la preziosa bevanda si rovescia o si raffredda?
e me lo porge, sempre grugnendo.
[dice Flat: sicuramente digestione]


750 ml di CIOFECA!
e per gli americani quella è la taglia "regular".... [spiega il dotto Flat: si pronuncia "reighiulaaer"] manie di grandezza pure per il caffè?
io per fortuna ho i guanti (il freddo mi spacca le mani) e non mi ustiono.
Ma perchè, perchè, perchè [chiede Flat: mica è un ossimoro questo?] oltre a farlo male, il caffè, lo fanno pure bollente? [dice Flat: perché freddo sarebbe anche peggio]
Però almeno sul coperchietto c'è scritto "drink with caution - content very hot"
politically correct.
[dice Flat: vedi? È un Paese civile, in fondo.]
vedi mai che mi faccio un'ustione di quarto grado e li denuncio.
alla fine butto tutto. penso che il cestino si è incendiato per l'alta temperatura, la reazione chimica o non so.
[conferma Flat: a Londra, l’unico caffè buono che gli è capitato di bere era di Starbucks che vende sicuramente anche gli ossimori]
quindi:
@-ricetta del caffè:
-750 ml di acqua di rubinetto filtrata dal Tamigi, possibilmente ad una temperatura compresa tra i 100 e i 104 'C
- 2 cucchiai di nescafè o altro surrogato di caffè liofilizzato (ossimoro anche questo) [dice Flat: ma gli piacciono questi biscotti, allora?]
- latte q.b. a.v. se freddo a 80-90 gradi centigradi, altrimenti omotermo all'acqua.
- una macchina da caffè americano
- numero del centro antiveleni e grandi ustionati a portata di mano.

Ciao Flat!
enjoy your cuppa!
[dice Flat: fossi matto?]


P.S.: le foto le ho prese da internet, mi dispiace ma io ancora non le so scaricare dal cellulare o dalla macchina digitale....
te l'ho detto, sono imbranata!
[dice Flat: imparerai, ragazza, vedrai che imparerai!]

Da: balenaspiaggiata@walesmail.com
aggiungi a rubrica posta indesiderata
Inviato il: 21/01/2008 12:14
A:
Cc:
Oggetto: errata corrige
a-ri-ciao (ma qui l'alfa non è privativa)
mi osno accorta che coem al solito ci sono un paio (forse di piu') di erorri di typing, scusami. e' che qui non ho la qwerty ma un'altra tastiera e spesso mi si "intercciano i diti" coem a fantozzi.
ti sarei garat se me li correggessi.
un abbraccio

balena

[dice Flat: vero è. Lo feci. Ah, che si deve fare per una buona senape…]

domenica 20 gennaio 2008

Niente paura!



A parte che gli anni passano per non ripassare più
e il cielo promette di tutto ma resta nascosto lì dietro il suo blu
ed anche le donne passano qualcuna anche per di qua
qualcuna ci ha messo un minuto
qualcuna è partita ma non se ne va

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare.
A parte che i sogni passano se uno li fa passare
alcuni li hai sempre difesi altri hai dovuto vederli finire



Tira sempre un vento che non cambia niente
mentre cambia tutto sembra aria di tempesta.
Senti un po' che vento forse cambia niente
certo cambia tutto sembra aria bella fresca.

A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare
e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare.
Ed anche le stelle cadono alcune sia fuori che dentro
per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento.

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

Niente paura, niente paura.

(parole prese da Mikayala )

Ah il buon vecchio Liga ci azzecca sempre, o no?
E cosi mentre cazzeggio fuori il terrazzo ascoltando musica (appropriata) e valutando vecchi e nuovi danni (vecchi: lavori di impermeabilizzazione sospesi da settembre; nuovi: piccolo tornado di 3 giorni or sono che ha distrutto vasi e piante [come dire: piove sul bagnato?]) rientro a prendere un pullover perché fa frescolino.
In casa non c’è nessuno (altrimenti addio post) guardo il mio piccolo e caro pc che langue freddo e nero, abbandonato.
Mi dico che un giretto in internet non ha mai ammazzato nessuno (o no?) e parto, magari che so?, qualche nuovo commento, qualche ricettina, nuove amicizie?
Prima la posta però, clicco, si c’è, apro e meraviglia delle meraviglie:

---------- Forwarded message ----------
From: Balena Spiaggiata <>
Date: Jan 17, 2008 8:40 PM London.
Subject: a-ricetta
To: cuochiinerba@gmail.com


ciao flat eric,
come va?
ti mando questa mail qui perchè non so come postartela sul blog (bello bello bello, mi tiene tanta compagnia, ma mi fa venire una fame...)
dunque, oggi sono di guardia in ospedale, una cosa inaspettata- un favore ad un mio collega- e quindi non avevo dietro nemmeno una mela, un biscottino, un tozzo di pane...niente.
e cosi mi sono avventurata nella mensa....
e ti dico quello che ho "scelto" - l'alternativa era un pollo del pleistocene -
"cheese and cod pasta bake"
ovvero
"pasta gratinata al forno con formaggio e merluzzo"
[dice Flat: che schifo ma non esercita il suo diritto di censura]
aspetto: da sopra sembrava una specie di gattò di patate.
Quello con il pan grattato sopra, bello croccante
dentro: pezzi di pasta, credo, pennette rigate, ormai fusi tra di loro. gli inglesi hanno scoperto come tornare agli ingredienti base partendo da quelli finiti, e quindi, dalla pasta "da cottura" riescono ad ottenere, dopo ore -ed ore- di sapiente bollitura una specie di "fondue" che richiama l'impasto originale.
queste penne, ormai squagliate, sono fuse con dei pezzi di baccalà, pelle compresa.....alcuni sono gialli come lo zafferano....e, per legare il tutto, una specie di salsetta fatta di una sorta di besciamella e di pezzi di formaggio cheddar (un formaggio di qui, che a seconda del colorante che ci mettono dentro - giallo, arancio o porpora non scherzo- e' a stagionatura breve, media o forte...)

questo è il cheddar....bei colori vero? poveretta me.....
[dice Flat: che schifo ma non esercita il suo diritto di censura]

Il tutto messo in un bel tegame da forno e ricoperto di scagliette di finto formaggio, che una volta fuse assumono l'aspetto degli spaghetti crudi quando li fai al forno senza cuocerli prima - e pure il sapore.
e quest'è!
presa dalla disperazione - e dai morsi della fame-, e ormai abbandonata ogni velleità di non essere più una balena, sono ritornata alla suddetta mensa e mi sono presa una porzione di patatine fritte.
Almeno quelle, non tradiscono mai.

quindi ho pensato di mandarti questa @-ricetta che penso potrebbe inaugurare un paragrafetto del tuo blog: @-ricetta perchè la alfa è privativa e quindi questa è l'antitesi di una ricetta, e @-ricetta, nel senso che se mangi una cosa del genere ti "arricetti" napoletanamente parlando.
Che ne pensi?
[dice Flat: si guarda e non si tocca]



Questa e' una bella versione della pasta, pescata in internet, scoprendo, ahimè che questa creazione non era frutto della mente malata del nostro cuoco che ha usato gli scarti di ieri per cucinare (l'ospedale dove lavoro ha 72 dico 72 miliardi di sterline di debito... [dice Flat: allora tutto il Mondo è Paese?]) ma una ricetta tradizionale.......

Comunque, fammi sapere se ti va questo confronto, io posso sacrificarmi e ogni volta che sono di guardia vado a vedere cosa c'è. Tanto di guardie ne faccio abbastanza....
Colgo anche l'occasione per ringraziarti perchè il tuo blog mi fa sentire tanto tanto vicino a voi, a cri, al baco, a ciccillo e poldo, e mi tiene tanta compagnia.

Però quando vengo un'altra volta me le fai le linguine con le cozze e i peperoncini verdi????? o le zucchinelle con il risotto profumato? o al torta di carote e provolone? gnam!

Spero che la situazione spazzatura si risolva quanto prima a Napoli, la mia rabbia è che noi siamo un popolo civile (e lo si vede anche da come mangiamo - abbiamo gusto) e non mi va che un manipolo di sedicenti politicanti ci faccia fare la figura di barbari.
ma, in cucina, almeno lì, vinciamo a tutto campo, ti pare?
un abbraccio forte e a presto
tua Balena spiaggiata.

[dice Flat: sulla nostra civiltà comincio ad avere qualche dubbio, in fondo ‘sti politici li abbiamo pure votati noi, o no? Tu, comunque, quando torni porta la senape che sai.]

mercoledì 16 gennaio 2008

C’è un limite a tutto ciò!



Non volevo tornare così, per di più senza ricetta.
Giuro, non volevo!
Ma mi costringono. Caspiterina se mi costringono.
Avevo pure comprato (a caro prezzo) il libro del Bulli e fatto la spesa.




Mi sarebbe piaciuto raccontarvi di tante nuove trattorie che abbiamo visitato, delle visite di Guitaromane da Nizza, di Balena spiaggiata da Londra, del Capitano da Pisa (tutti potenziali nostri corrispondenti tranne Guitarromane, che non è potenziale ma una certezza!).


Forse anche del fidanzamento dell’Ispettore e di quello di Dudù (già finito ma essenziale).

Delle new entry che ci sono state.


Degli amici ritrovati



Mi sarebbe piaciuto parlarvi della lonza di maiale caramellata al limone con barchetta di pane e mele & senape.


Non avrei raccontato i guai. Giuro che non l’avrei fatto!
Perdite, dolori e altre faccende sono per me un fatto privato.
Timidezza? Pudore o introversione?
Eppure voglio protestare e allora mi ricordo di avere un blog. Culinario, d’accordo, ma sempre pubblico! naturalmente, secondo il mio stile, ricordo che queste sono solo opinioni (le mie) e questo è il mio dolore pubblico:
1. mi vergogno dei politici campani (diciamo quasi tutti, 99%);
2. non mi vergogno di essere campano (chiariamo bene);
3. ogni sacchetto di immondizia mi costa 2 euro e 80 centesimi di TARSU (5.000 lire, giuro: 280 euro di tassa rispetto a 100 sacchetti all’anno) e non dico che per questa cifra debba venire a prenderlo il Sindaco in persona ma che va bene anche un suo delegato;
4. non sopporto i politici che non si assumono le responsabilità (politiche) dei (loro) fallimenti, (io per esempio e tanti altri come me ce le assumiamo nel lavoro);
5. il paradosso campano è caratterizzato dal fatto che i politici non hanno il coraggio di guidare i processi politici: la costruzione del cd. “Ciclo dei rifiuti” è un processo politico che richiede consenso e informazione dei cittadini e accordo tra le Istituzioni, eppure in Campania viene governato da 14 anni da ex prefetti et alia (cioè poliziotti, con il massimo rispetto per il loro lavoro, per carità!) in modo (ovviamente perché senza consenso) fallimentare;
6. il paradosso campano è caratterizzato (anche) dal fatto che invece la nomina dei “Tecnici” (primari ospedalieri, direttori di filiali bancarie, degli uffici postali, presidi di scuole, impiegati di centri commerciali tipo Ikea, Vulcano buono, autisti di autobus ecc. ecc.) è fatta o suggerita dai politici;
7. per dirla in altri termini, qui in Campania, si ha l’impressione che i politici (quelli di prima e quelli attuali), affaccendati in clientele, appalti, assunzioni e concorsi, non gestiscano il bene pubblico o lo gestiscano per i loro affari;
8. il “Sistema” (cioè la cd. Camorra) fa (appunto) sistema e domina i processi produttivi indisturbato mentre non esiste un “sistema” pubblico nel senso che pochi ci credono ancora (nello Stato);
9. io sono laico e forse (pure) ateo e non mi sento rappresentato da alcun partito politico. Mi sembra che in questo Paese non c’è spazio per una discussione pacata sui valori (laici) sociali e civili;
10. mi fa piacere che il Papa non vada alla Sapienza per inaugurare l’anno accademico. L’inaugurazione di un anno accademico di un’Università libera ha a che fare con la scienza e non con le fedi o i dogmi. Non credo inoltre che la Sapienza, l’anno prossimo, avrebbe invitato un Imam, un Rabbino o (addirittura) il Dalai Lama. Il Papa ha comunque spazi (giornalieri) in tutti i TG e/o RG ed è ingerente nella nostra vita quotidiana e sociale come gli pare a lui ma, chissà perché, non lo fa con i francesi, spagnoli, tedeschi, argentini ecc. ecc.
11. la teologia non è materia di insegnamento universitario pubblico (magari Storia delle Religioni);
12. credo che anche il Rettore della Sapienza sia stato scelto politicamente (è un’opinione, non ho prove);
13. i giornalisti sono peggio dei politici e il servizio del TG 1 di stasera sulla famiglia Mastella (con tutto il rispetto per la famiglia Mastella) faceva vomitare e mi chiedo perché continuo a pagare il canone RAI (si, lo pago);
14. però non pago più il canone Telecom (brutti spioni imbroglioni);
15. la scelta di Iannuzzi (e chi è?) quale segretario del PD campano è un accordo tra Bassolino e De Mita (fonti giornalistiche) e non mi rappresenta;
16. vorrei dei Politici onesti, competenti, dotati di senso civico e responsabilità, dignità politica, senso delle Istituzioni ma non ne vedo in giro;
17. mi mancate molto;
18. Patt! ho dimenticato tutto, come si allinea?
19. saluti da Ciccillo.



PS: qui piove di brutto, e da voi?